Il chirurgo che viene dal grande freddo

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Un pioniere in Europa della Criochirugia

Il chirurgo Franco Lugnani è nato a Trleste il 28 ottobre del 1954. Laurea­tosi nell'Ateneo del capo­luogo in Medicina nel 1979 ha conseguito la specia­lizzazione in Urologia nel 1983. Attualmente ricopre il ruolo di Presidente della International Society Of Cryosurgery. Consulente delle strutture crioterapiche in Europa il Dr. Lugnani è particolarmente impegnato all'estero- Stati Uniti, Sud America e Asia-  anche in veste di docente nei centri preposti all'at­tuazione delle più moder­ne tecniche di crioterapia. A Trieste svolge la sua at­tività di medico-chirurgo nelle sedi del Sanatorio Triestino (Via Rosset­ti, 62, tei. 040 -390096) e presso la Casa di Cura Salus (via Bonaparte, 4, tei. 040 - 3171111). Ulteriori informazioni sulla attività dell'urologo triestino pos­sono essere attinte dal sito www.lugnani.com dove tra l'altro è possibile conosce­re anche la produzione ar­tistica, soprattutto a base di poesie. Versi a parte dal sito dell'urologo triestino è possibile estrapolare una vasta trattatistica legata ai dettami storici e tecnologi­ci della terapia crioterapica nei casi tumorali, soprat­tutto riguardanti prostata e rene. Crioterapia (ov­vero la distruzione delle cellule malate tramite il raffreddamento delle stes­se con temperature di sino -200°) che si scopre esse­re stata sperimentata già a cavallo degli anni '60/70, una prima fase pionieri­stica durata qualche anno prima di essere accanto­nata in seguito ad alcune complicanze. La tecnica fu ripresa e perfezionata ver­so gli inizi degli anni '80.

I progressi tecnologici ed il supporto degli stru­menti ecografici hanno successivamente permes­so di riaffermare la qualità della tecnica, con una certa incidenza di successi nei casi di tumori alla prosta­ta. Franco Lugnani è tra gli interpreti più attivi ed esperti in campo interna­zionale.

Franco Lugnani, specialista della Criochirurgia

Patologie tumorali debellate senza gravi postumi

La nuova frontiera medica interna­zionale impegnata nei casi di tumore al rene o alla prostata vanta radici triestine. Lui si chiama Franco Lugnani, urolo­go, docente e antesignano nella tecnica della Crioterapia, ovvero, in parole po­vere, il debellamento dei tessuti malati attraverso una sorta di ustione indotta da temperature che oscillano sui - 200° circa.A modo suo anche il cinquantunenne chirurgo triestino può definirsi un "profeta  mancato in patria".

Forse non per molto. Da anni Fran­co Lugnani spazia prevalentemente al­l'estero, a contatto (o formando) gli specialisti internazionali e attuando con successo la terapia "alternativa" agli interventi chirurgici o a base di radio o chemioterapia.

A parlare per lui sono soprattutto i fatti, quelli che attestano risoluzioni, spesso definitive dopo un solo interven­to, nella vasta casistica dei tumori renali o alla prostata. Molta attività all'estero dicevamo. Trieste è tornata comunque ad incorniciare di recente una tappa im­portante della sua ricerca nella applica­zione della Crioterapia. Una operazio­ne unica nel suo genere, efFettuata nei primi giorni di febbraio all'interno della Casa di Cura Salus, una struttura priva­ta, come impone ancora l'ordinamento locale attuale per terapie simili, contrita­mente ad alcune aziende sanitarie spar­se per la penisola: "Abbiamo eseguito un intervento per tumore renale su un paziente anziano, ultraottantenne, gra­zie ad una tecnica definita mini-invasi­va. Questo è stato possibile attraverso la Laparoscopia, - spiega Franco Lugnani-  cioè applicando piccoli fori fatti nella
pancia del paziente siamo riusciti a rag­giungere il rene, "preparato" il tumore e inserito al centro dello stesso una son­da capace di generare delle temperature bassissime, circa -180°. Questo ha pro­vocato la morte del tumore per ustione da freddo". Sembra semplice.Di certo l'intervento non ha prece­denti: "Nella intera regione no di certo -   ha sottolineato il chirurgo -. In Italia operano già altre equipe, una è costitui­ta da miei allievi formati a Jesi e l'altra da colleghi del San Raffaele. Qualcosa di simile a Trieste lo avevamo sostenuto già nel 1995 - ricorda Franco Lugnani. C'è da chiedersi quali siano le con­dizioni del paziente operato a Trieste:

"Tutto è andato molto bene - rassicura -. Avevamo un soggetto anziano, affetto da un tumore al rene abbastanza avanza­to. Il nostro intervento ha impedito ul­teriori problematiche e concesso aspet­tative di qualità di vita considerevoli. Aspettative che lo stato della malattia non avrebbe sicuramente permesso".

In questo aspetto risiede una delle peculiarità delle terapie che Franco Lu-gnani divulga nel mondo: la fattibilità anche in soggetti in età avanzata, i resi­dui postumi ed i margini di vita definiti "qualitativi".

"In questi casi, quando si opera un paziente avanti con l'età e quindi critico per definizione, le precauzioni comun­que sono intense e particolari - aggiun­ge il medico triestino -. L'impatto resta considerevole, al di là dei casi e patolo­gie. I benefici devono essere totali, as­soluti. In caso contrario non si intervie­ne. Anzi, devo anche dire che lo stesso paziente era candidato ad un doppio intervento. Infatti volevamo "aggredi­re" anche un altro organo malato, nel­la stessa tecnica. Però, d'accordo con i colleghi dell'equipe abbiamo deciso di procrastinare l'intervento. Non voglia­mo assolutamente mai forzare natura e tempi. Ci siamo fermati di comune accordo, paziente compreso. Faremo la seconda tornata dell'intervento quando i tempi saranno ideali".

L'operazione portata a termine nel capoluogo, al di là del confortante esito, ripone l'accento sul grado di progresso nel campo delle problematiche tumo­rali. Che si possa guarire non è ancora un vero assioma ma tutto sta ad indicare nuovi sentieri illuminati da progresso, tecnologia, professionalità e positive ca­sistiche.

Anche in campo locale: "L'ultimo intervento fatto alla Salus porta, cre­do, a poter applicare nella nostra città e nella intera regione terapie simili nella cura a certe forme di cancro - dichia­ra il dottor Lugnani -. Questo tipo di intervento mini-invasivo è una tecnica

molto avanzata. La letteratura lo con­ferma proprio nel caso del tumore al rene. Viene definita inoltre a "risparmio di rene", proprio perché agisce in modo tale da poter risparmiare il rene stesso. L'organo non viene intaccato o demoli­to. La funzionalità deve essere possibil­mente preservata perché ricordo anche la possibilità di Dialisi in casi del genere e per un soggetto anziano equivale ad una conseguenza spesso gravissima e difficile da sopportare. Con la Criotera­pia invece è possibile asportare il tumore conservando soprattutto la funzione del rene, limitando al minimo i danni".

Un triestino che regala speranza e che fa scuola. Ad accrescere la caratu­ra della operazione portata a termine a Trieste è stata anche l'equipe medica impiegata nell'arco delle tre ore di in­tervento: "Ho avuto l'onore e il piacere di lavorare con il Prof. Enrico Caraceni, illustre collega di Civitanova Marche, esperto di tecniche mini-invasive, da anni impegnato con successo anche nel­la applicazione della crioterapia in casi tumori alla prostata. In sala operatoria alla Salus abbiamo inoltre avuto, dicia­mo da ospite anche egli illustre, il Dot­tor Miure del Kings London Hospital, uno dei templi della medicina inglese, noto docente di fama internazionale. Ha voluto venire a Trieste per seguire da vicino le fasi di intervento per im­plementare la sua struttura londinese al servizio del tumore non solo della pro­stata ma anche appunto del rene".

Franco Lugnani è stato il primo nel 1993 a portare la Criochirurgia di pro­stata in Europa e tra i primi a sperimen­tare la tecnica anche su iltre forme di tumore, tra cui il fegato e persino l'ute­ro, collaborando con una equipe di gine­cologi di Ancona.

La specializzazione in urologia lo ha portato successivamente a stabilizzarsi in determinate patologie ma nel con­tempo ha saputo ritagliarsi uno spazio importante anche in veste di docente, anzi da autentico tutor: "Dopo un pe­riodo da vicepresidente della Associa­zione internazionale di Criochirurgia sono da poco divenuto presidente della stessa realtà - conclude lo specialista —. Sotto lo stesso tetto ci sono i chirurghi di tutto il mondo che curano i tumori con tale tecnica. Ci sono nomi illustri ma soprattutto anche professionisti da formare al meglio. Per questo tento di divulgare al massimo la mia esperien­za didattica. All'inizio serve qualcuno, come è normale, che ti guidi passo per passo, ti tenga quasi per mano. La cur­va di apprendimento spero diventi più breve possibile in modo che la specialità non solo cresca ma consenta al paziente di non dover mai pagare lo scotto della inesperienza".

Un chirurgo triestino che ama inol­tre la poesia e che sa scherzare su questa sua marcata dicotomia presentandosi, dalle pagine del nel suo sito personale (www.lugnani.it) nella duplice veste di Dr. Jeckill e Mr. Hyde. Scoprite voi chi è il poeta e chi salva le vite. Sarà il contat­to frequente con le temperature glaciali, sarà il continuo viaggiare da una par­te all'altra del continente ma il poetare sulla caducità della vita pare sia uno dei suoi bisturi ideali preferiti.

Ciò che conta è che la sua strada al servizio della scienza continui. Ricor­diamoci che è triestino. Ricordiamoci su chi investire.