Urologia

L'urologia è una specializzazione medica chirurgica che si occupa dell'apparato genitale, urinario e delle loro patologie. A questo apparato appartengono le reni, la vescica, l’uretra, la prostata, i testicoli e il pene.

Il termine "urologia" fu utilizzato per la prima volta nel 1840 da Leroy d´Etiolles, uno dei promotori della litotrissìa a Parigi.

CENNI STORICI

La storia dell´urologia origina in tempi molto antichi.

Nel Sud Italia e nella Magna Grecia. Nel V° sec. A.C. fu Ippocrate a coniare alcuni termini entrati a far parte del lessico medico e tuttora utilizzati:

disuria (difficoltà ad urinare), stranguria (minzione dolorosa), iscuria (la minzione "goccia a goccia" che si ha nella ritenzione urinaria). Le descrizioni riscontrate nel Corpus Hippocratiucum sono tuttavia troppo disomogenee e frammentarie perchè si possa presupporre una sua precisa conoscenza dell´apparato urogenitale da un punto di vista anatomico. Perchè venga organizzato l´insieme delle conoscenze in campo urologico bisognerà attendere fino al III° sec. A.C, con la Scuola Medica di Alessandria. In particolare ad Erofilo è attribuita  prima descrizione anatomica della prostata, da lui definita come "prostatai adenoides", mentre  ad Erasistrato si fanno risalire alcunis scritti in cui è spiegato l´uso di sonde d´argento nell´ esplorazione  dell´uretra in caso di ritenzione urinaria. Un contributo determinante negli studi urologici venne poi dato nel II° secolo d.C da Galeno, i cui  studi anatomici si basavano tuttavia  su dissezioni di animali, in quanto la  legslazione imperiale allora vigente non consentiva le autopsie  sui cadaveri umani.

Soltanto dal 600 d.C. la pratica dell´uroscopia (l´esame delle urine per colore, aspetto e  densità, con osservaziuone diretta delle stesse da parte del medico) venne teorizzata dalla medicina bizantina, in particolare attraverso i contributi di Teofilo Protospatario  e Giovanni Attuario, e divenne un  elemento  imprescindibile della visita medica, diffondendosi ben presto in tutta l´Europa.

Nel Medioevo l´urologia medievale conobbe  tra il 1000 e il 1200 un periodo di grande progresso grazie alla  Scuola Medica di Salerno, rinomata per la competenza  dei suoi medici nella cura dei calcoli vescicali.

Con l´avvento del Rinascimento ci fu un notevole incremento negli studi anatomici: la pubblicazione del De humanis corporis fabbrica del medico belga Andrea Vesalio nel 1543 segna uno spartiacque tra l´anatomia antica e quella moderna. Un ulteriore imput agli studi anatomici viene dato dall´invenzione del microscopio. Nel 1661 il fondatore della microscopia clinica Marcello Malpighi  parla per la prima volta di  glomeruli renali e  vascolarizzazione microscopica del rene. In generale durante tutto il 1600, vengono meglio definite le linee-guida nello studio dell´anatomia dell´apparato urogenitale e in particolare del rene, con particolare riferimento ai meccanismi della diuresi.

Thomas Bartolini (1616-1681) fu il primo a descrivere  finalmente la prostata esattamente nel modo in cui la conosciamo oggi, ma sarà Giovan Battista Morgagni (1682 - 1771) a parlare  nel suo trattato di una grande varietà di patologie dell´apparato urogenitale, tra cui l´ipertrofia prostatica e i tumori dei reni e della vescica, tanto da essere considerato il padre dell´anatomia patologica moderna.  

La chirurgia moderna in campo urologico inizia nel 1827 con il primo intervento chirurgico per ipertrofia prostatica condotto per via addominale retropubica di cui si hanno notizie, svolto in Francia  da Jean Amussat. Nel 1899 invece Paul Freyer eseguì a Londra per la prima volta un´adenomectomia prostatica transvescicale, con una tecnica peraltro ancora in uso oggi. Ai primi anni del 1900 viene fatta risalire la messa a punto dei primi strumenti endoscopici, poi via via sempre più pefezionati nel corso di tutto il secolo. In italia il riconoscimento scientifico dell´urologia si ebbe definitivamente nel 1921, anno in cui viene fondata la SIU (Società Italiana di Urologia).

Sala operatoria urologia

 

Nei tempi moderni la storia dell’urologia si intesse con precisione in tutti gli sviluppi che la medicina ha avuto negli ultimi 100 anni. La tecnologia ha pesantemente condizionato le tecniche chirurgiche, basti pensare alla straordinaria importanza che hanno adesso i sistemi endoscopici flessibili e miniaturizzati che permettono di risalire agevolmente dalla vescica lungo gli ureteri fino alle reni per vedere, diagnosticare e perfino operare al loro interno senza bisogno di aprire il corpo del paziente.

Un altro esempio tipicamente urologico è l’uso diffuso del robot DaVinci per assistere i chirurghi nelle procedure laparoscopiche. O per procedere oltre, verso il futuro, nelle tecniche di rimozione percutanea dei tumori con speciali aghi che sono molto meno invasivi del robot DaVinci stesso.

Per quanto riguarda la diagnostica precoce sono particolarmente importanti in campo maschile i progetti di prevenzione e diagnosi precoce dei tumori prostatici mediante il corretto uso del test del PSA (che l’amico Richard Ablin, suo scopritore, ha recentemente messo in critica per il suo abuso o mal uso), oppure per la diagnosi precoce dei tumori renali che oramai essendo di dimensioni inferiori ai 4/5 cm permettono l'utilizzo delle tecniche mininvasive, cioè senza necessità assoluta di togliere pezzi di rene o addirittura tutto il rene.